L'intera zona in cui si sviluppa la nostra villa è chiamata ancora oggi Montenero. Noi, incuriositi da questo nome così insolito, abbiamo ritenuto utile informarci e capire l'origine di un nome così strano. I risultati delle nostre ricerche ci hanno condotti su un sentiero “ufficioso”, frutto di un incrocio di dati pervenutici separatamente e collegati da un filo rosso molto sottile e forse frammentato in più punti. La storia che vi raccontiamo ha valore di ipotesi, non essendo storicamente provata al 100%, ma ciò non la rende necessariamente falsa. Potrebbe esserci del vero in misura molto maggiore di quanto sospettiamo... La prima menzione del nome Montenero risale al 1345, anno in cui è stata pervenuta sulle coste di Livorno una icona sacra della Madonna, precedentemente conservata a Negroponte, un'isola greca. La tradizione riferisce che un giovane pastore abbia trovato l'icona e, guidato dalla voce della Regina degli Angeli, abbia trasportato con fede l'icona fino al luogo di edificazione del santuario, che sarebbe stato indicato da un'improvvisa pesantezza del quadro stesso. Così avvenne ed il ragazzo corse a Livorno a raccontare l'episodio e ad invitare la popolazione all'edificazione del santuario. Il santuario oggi è ancora esistente e visitabile in località Fattoria del Lago, nel comune di Monterotondo Marittimo.
Nel corso del XIV e XV secolo sembrano esserci state massicce migrazioni di toscani nelle nostre zone. Alcuni cognomi locali, diffusi ormai in tutto il Veneto, devono la propria origine a queste migrazioni dettate dalle numerose e sanguinose guerre tra repubbliche, signorie e principati. Sembra che una nobile famiglia toscana si fosse stabilita nell'area oggi occupata dalla nostra villa. Alla destra della statale, infatti, provenendo da Castelnuovo, si trova la villa Da Monte, costruita proprio da nobili toscani che nel Medioevo erano proprietari dell'intero paese. La villa oggi versa in stato di semiabbandono. Il complesso risale ai primi anni del XV secolo, quando il nobile veneziano Nicolò Grimani acquistò, nel 1408, i terreni del vicariato di Cavalcaselle, appartenuti alla fattoria scaligera. La villa passò successivamente ai Fregoso, ai da Monte e Maffei e infine, nel 1665, ai Pompei Emilei, dai quali discendono gli attuali proprietari, Arvedi d'Emilei. Al secolo successivo (XV) appartiene invece la chiesetta della Madonna degli Angeli, sempre nella frazione di Cavalcaselle. Si fa largo l'ipotesi che i toscani giunti nelle nostre zone avessero portato con sé la venerazione della Madonna di Montenero, all'epoca già ampiamente diffusa nell'area livornese.
La critica d'arte ci riporta inoltre un interesse insolito da parte di Giovanni Battista Cavalcaselle (Legnago, 1819-1897), critico d'arte oltre che studioso e storico veronese nato a Legnago, nei confronti delle opere riguardanti la Madonna di Montenero. Riteniamo possibile che tanto interesse derivi dalla presenza di una comunità devota alla Regina degli Angeli nell'area veronese. Nel centro del nostro paese infatti sorge la chiesa parrocchiale dei SS. Filippo e Giacomo, edificata dal 1756 su progetto dell'architetto Adriano Cristofoli, in luogo di un precedente luogo di culto, del quale rimane solo parte del pavimento nell'abside. Sull'altare maggiore la pala dell'artista Cavaggioni raffigura i santi patroni Filippo e Giacomo apostoli (1760) ma con essi è presente anche la Madonna degli Angeli. Le possibilità che il culto della Madonna di Montenero avesse preso piede nell'area di Cavalcaselle in seguito a questo dato aumentano considerevolmente.
Continueremo le nostre ricerche...
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